Parrocchia di S. Biagio & S. Pietro

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CALENDARIO

Sante Messe

Tipo Chiesa Orario
Feriale Monastero del Corpus Domini 7:00
San Pietro 8:30
San Biagio 18:00
Prefestivo San Biagio 18:00
Festivo Monastero del Corpus Domini 7:30
San Pietro 8:30 | 10:00 | 18:00
San Biagio 8:30 | 10:00 | 11:30

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Uno sguardo su Cento

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È il 25 aprile 1945 e anche Cento viene liberata dall'occupazione tedesca e dal fascismo. L'esercito alleato e la Resistenza hanno vinto. La popolazione di tutto il comune ha sopportato fame, miseria, difficoltà di ogni sorta, soprattutto negli ultimi due anni di guerra.Nel Centese non si è combattuto armi alla mano contro tedeschi e fascisti: la Resistenza c'è stata, fatta grazie a sabotaggi, azioni di disturbo, appoggio logistico, raccolta di armi per formazioni partigiane operanti in territori vicini (pianura bolognese). Qualcuno è andato a combattere nelle valli del basso ferrarese, altri nella montagna modenese o reggiana. Contro gli esponenti più impegnati della Resistenza la repressione nazifascista ha risposto con arresti, torture, deportazioni nei campi di lavoro o di prigionia in Germania. Viene eletta la prima amministrazione democratica: l'orefice socialista Albano Tamburini, uomo di specchiata onestà. La Giunta comunale è espressione di tutti i partiti antifascisti, così come il Consiglio comunale. Sono organi di governo provvisori, in attesa delle prime libere elezioni del 1946.Il primo appello alla popolazione è di rimboccarsi le maniche per la ricostruzione. Le macerie vengono sgombrate; ponti, strade edifici sono bonificati dalle mine, le strade vengono sistemate, gli argini del Reno sono rinforzati demolendo i fortini e le casematte costruiti dai tedeschi. Molte case sono ricostruite mentre altre restaurate. Gli agricoltori riprendono a coltivare la terra, anche se mancano mezzi meccanici e concimi. Qualche imprenditore coraggioso apre una piccola fabbrica, un'officina, un capannone. Emergono nel dopoguerra i pionieri che fonderanno imprese protagoniste di un grande sviluppo economico: ad esempio Ferruccio Lamborghini nel settore della trattoristica, dei bruciatori e condizionatori, delle auto sportive; Augusto, Arturo e Lino Fava, creatori della Essiccatoi Fava (impianti per l’essiccazione della pasta); Nino Vancini e Ugo Martelli, fondatori della VM, azienda che ben presto sarà leader nella produzione motoristica diesel. Nasceranno poi altre aziende: Sim Bianca (impiantistica), Fabo (fonderie), Baltur (bruciatori), Negrini (lavorazione carni) ... I pionieri e altri imprenditori daranno vita ad un sistema irrobustito da tante piccole aziende e dall’artigianato che per più di un quarantennio distinguono nettamente lo sviluppo di Cento dal resto della provincia di Ferrara. L’istituto professionale “F.lli Taddia”, fondato nel 1926 dai fratelli Antonio e Giuseppe Taddia fornisce buona parte della manodopera necessaria. Cento cresce, pullula di attività imprenditoriali -limitate però da scarse connessioni infrastrutturali (strade e ferrovia) e conoscerà negli anni ’70 l’ingresso della Fiat al posto della Lamborghini e della Finmeccanica che incorpora la VM. Nel frattempo arriverà la prima ondata migratoria soprattutto dai paesi intorno a Napoli che fornirà manodopera ad un tumultuoso sviluppo edilizio. Negli anni’80 la maturità del comprensorio sembra compiuta: un tasso di industrializzazione assai elevato (una impresa ogni 42 residenti, secondo il Censis); un aumento della scolarizzazione (nel 1981 il numero dei laureati supererà quello degli analfabeti. Poi il sistema conoscerà i primi elementi di cambiamento specialmente nel settore tessile: Le aziende diventano sempre meno “centesi”, in molti casi arriveranno nuovi proprietari, qualcuna chiuderà, come la Fiat. e l’attività abbraccia ambiti sempre più vasti, nazionali e internazionali La crisi mondiale del 2008, il terremoto del 2012, la globalizzazione hanno mutato e non sempre in positivo, il volto dell’economia centese. Oggi non si percepisce più la spinta degli anni ’80 e ‘90 e l’incertezza per il futuro è più forte. La grande cultura del “fare” a Cento non si accompagna fino agli anni ’60 ad una crescita culturale di pari importanza. L’istruzione, fin dal tempo della Controriforma, è riservata alla Chiesa, il cui insegnamento fa da matrice culturale nei secoli successivi, sino al ‘900. Nel Sei - Settecento nascono e prosperano accademie scientifiche, animate in gran parte dalla borghesia cittadina. La terra centese annovera nella sua storia parecchie figure importanti, prima fra tutte il grande pittore Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Ma celebrare le tradizioni, come il Carnevale, però non basta. Fenomeni come il ’68, con la sua ventata di cambiamento epocale – percepibile nella vicina Bologna – è quasi inavvertito. Solo dagli anni ’70 l’atmosfera si fa meno rarefatta: nascono giornali locali, si indicono manifestazioni, convegni e conferenze, interessanti sì, ma che spesso hanno il limite “di non portare Cento nel mondo e il mondo a Cento” La cultura del “fare” prevale sulla cultura dello spirito. Lo si può dire anche per la fede religiosa: un evento straordinario come il Concilio Vaticano II, iniziato nel 1962 con papa Giovanni XXIII e terminato sotto il papato di Paolo VI nel 1965 a Cento si traduce più nella forma (ad esempio, altare rivolto ai fedeli, Messa in italiano, coralità del canto durante la liturgia) piuttosto che nella sostanza, nelle domande alle quali la Chiesa doveva rispondere al popolo di Dio. Semplificando molto, un osservatore esterno, in quel periodo non percepisce la ricerca della Chiesa delle radici, della partecipazione dei laici, dell’ecumenismo. Questo nonostante il vicino esempio di figure carismatiche quali il cardinale Giacomo Lercaro, il vescovo Luigi Bettazzi, don Giuseppe Dossetti. Alcune eccezioni locali: la comunità di Penzale guidata da don Remo Rossi; don Bruno Magnani e i suoi numerosi giovani nella parrocchia di S. Biagio; lo scoutismo nella parrocchia di S. Pietro. Succede quasi dappertutto, ogni frazione di un comune tende a vivere di vita propria, e il capoluogo raramente crea collegamenti che potrebbero essere utili a tutta una comunità. Succede anche a Cento, anche se negli anni qualche passo avanti si è fatto. Renazzo e Casumaro, per esempio tengono molto a distinguersi da Cento; e questo richiama per altri versi l’individualismo dei centesi, anche quando si opera nel volontariato o nel tempo libero. Sono tantissime le associazioni, ma difficilmente progetti importanti - ad esempio il contrasto alla povertà, l’educazione di famiglie e minori, la condizione degli anziani La grande ondata delle migrazioni di massa del XX secolo ha portato centinaia di persone e famiglie provenienti prevalentemente da Marocco, Pakistan, Romania, Albania, Repubblica Popolare Cinese, Ucraina, Tunisia, Polonia… e da molti altri paesi.. Sono ufficialmente 3.945 al 31 dicembre 2022, 1.228 famiglie, secondo gli ultimi dati disponibili del Comune di Cento, più femmine che maschi. L’età media è di poco superiore ai 34 anni. Nel 2012 gli stranieri residenti erano 4.042. Con queste persone i rapporti dei centesi “autoctoni” appaiono sporadici, quando non sono dettati da specifici bisogni (le cosiddette “badanti”). La scuola funziona da integratore, i bimbi nati della seconda generazione fanno amicizia con i “nostri”; ma gli stranieri hanno le loro comunità, i loro usi e costumi: come si sono inseriti? Casi ne esistono, ad esempio nello sport. Ma si può parlare davvero di integrazione? Negli ultimi anni, si è vista la nascita di diverse iniziative per riavvicinare le famiglie e supportare la comunità. La Caritas parrocchiale, ad esempio, è diventata un punto di riferimento fondamentale per chiunque si trovi in difficoltà economiche o sociali. l'organizzazione offre un aiuto concreto a famiglie e individui che affrontano periodi di crisi. Un'altra iniziativa di successo è il progetto “Estate Ragazzi”, un programma estivo che offre attività educative e ricreative per i bambini e i ragazzi del territorio. Questo progetto non solo rappresenta un'opportunità di svago e socializzazione per i più giovani, ma fornisce anche un supporto cruciale per far comprendere ai bambini concetti di valori di comunità, rispetto e collaborazione, coinvolgendo i partecipanti in laboratori creativi, giochi di squadra e momenti di riflessione.

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